Lo scaldabagno è un elettrodomestico di fondamentale importanza per l’erogazione dell’acqua calda sanitaria. Molti utenti lo prediligono rispetto alla caldaia, per questo, in commercio, ci sono prodotti sempre più tecnologici e all’avanguardia che soddisfano le esigenze di tutti e che rispettano l’ambiente. Gli scaldabagni possono essere di diverse tipologie: a gas, elettrici, istantanei, ad accumulo, a camera aperta, a camera stagna, a legna e a pompa di calore. Vediamo quali sono le differenze tra i vari prodotti.
I vari tipi di scaldabagno: a gas ed elettrici
Gli scaldabagni a gas sfruttano come fonte d’energia il gas metano o GPL: quando si apre il rubinetto, l’acqua viene sottoposta a un processo di decompressione che favorisce l’apertura della valvola la quale, a sua volta, apporta una grande quantità di gas agli ugelli. Il gas attiva la fiamma pilota (che rimane sempre accesa) e così l’acqua che fluisce nel tubo a spirale si riscalda.
Migliori scaldabagno a gas
Gli scaldabagni elettrici sono costituiti da un serbatoio, nel quale si deposita l’acqua che mantiene una temperatura costante, tra i trentacinque e i sessanta gradi più o meno. Più precisamente, questo tipo di prodotto è caratterizzato dal cosiddetto effetto Joule: la serpentina del boiler, dotata di resistore, genera calore grazie all’alimentazione mediante energia elettrica. Il calore generato è in grado di riscaldare l’acqua all’interno del serbatoio e la temperatura dell’acqua si può regolare tramite il termostato (che permette di mantenerla costante).
Migliori scaldabagno elettrici
Gli scaldabagni a gas possono essere anche a condensazione: sfruttano una significativa parte del calore condensato dal vapore acqueo dei fumi di scarico. L’acqua, infatti si riscalda grazie al calore generato dalla combustione.
Questi due tipi di scaldabagni, a loro volta, possono essere istantanei e ad accumulo. Vediamo le caratteristiche.
Istantanei e ad accumulo
Come dice l’aggettivo stesso, uno scaldabagno istantaneo riscalda l’acqua istantaneamente nel momento in cui viene aperto il rubinetto dell’acqua corrente (non è dotato di serbatoio). Ciò assicura un notevole risparmio d’energia elettrica e di acqua, che vengono utilizzate soltanto nel momento in cui se ne ha bisogno. Quelli ad accumulo, invece, hanno il serbatoio e hanno bisogno di riscaldare l’acqua presente al loro interno ogni qualvolta se ne ha bisogno (l’acqua si riscalda nel giro di dieci minuti, massimo quindici). Esistono anche scaldabagni ad accumulo “combinati”, ovvero costiutiti da due serbatoi, uno per accmulare l’acqua necessaria per la cucina e il bagno e l’altro per il riscaldamento.
Migliori scaldabagno istantanei
Migliori scaldabagno ad accumulo
A camera stagna e camera aperta
Chiariamo, innanzitutto, il concetto di “camera”: per camera s’intende una sorta di vano posizionato tra lo scambiatore e il bruciatore, in cui avviene la combustione. Tramite tale processo, viene generata la fiamma che, a sua volta, si riscalda quando si necessita di acqua.
In uno scaldabagno a camera stagna il processo di combustione è chiuso, ovvero non ha alcun contatto con l’esterno e non rilascia sostanze tossiche per l’ambiente. Per questo motivo è considerato un po’ più sicuro rispetto a quello a camera aperta. Tale prodotto si può montare sia all’interno che all’esterno.
Esempi di scaldabagno a camera stagna
Uno scaldabagno a camera aperta, invece, è costituito da un condotto per lo scarico dei fumi a tiraggio naturale, si può installare solo all’esterno e attinge, per la combustione, aria dall’ambiente circostante.
A pompa di calore e a legna
Non tutti gli italiani sanno che, oltre a quello elettrico e a gas, hanno la possibilità di acquistare anche uno scaldabagno a pompa di calore: si tratta effettivamente di un prodotto ancora poco conosciuto ma che rispetta in pieno l’ambiente, permettendo di risparmiare notevolmente sui costi dell’energia elettrica e del gas.
Per pompa di calore s’intende un circuito chiuso, costituito da un evaporatore, da un compressore, da una valvola di espansione e da un condensatore. Tale sistema è attraversato da un fluido refrigerante che cambia stato (passando da quello liquido a quello vaporoso) in base alle condizioni della temperatura. La fonte d’energia sfruttata per il funzionamento viene chiamata sorgente fredda e può essere l’aria, l’acqua o il terreno. Il calore, invece, viene generato attraverso canalizzazioni o ventilconvettori.
Lo scaldabagno a legna utilizza, come fonte d’energia, appunto la legna, la quale genera energia termica che, attraverso uno scambiatore di calore, la trasferisce all’acqua. I componenti principali di tale prodotto sono la camera incendio, detta focolare, il serbatoio dell’acqua e la camera per la cenere. Questo tipo di scaldabagno è molto economico: servono solo due cariche di legno ogni giorno per il riscaldamento totale dell’acqua.
Migliori scaldabagno a legna
Differenza tra scaldabagno e caldaia
Molti si chiedono quale sia la differenza tra scaldabagno e caldaia e, di conseguenza, quale sia la soluzione più adatta alle proprie esigenze. La differenza sostanziale tra i due prodotti riguarda la produzione di acqua e il riscaldamento: lo scaldabagno produce l’ACS, ovvero l’acqua calda sanitaria mentre la caldaia, oltre all’erogazione dell’acqua per uso domestico, è in grado anche di apportare calore per il riscaldamento dei termosifoni. Nel caso in cui si avesse bisogno di soddisfare entrambe le funzioni, si sceglierebbe la caldaia.
Se la famiglia non è troppo numerosa e l’impianto di riscaldamento è autonomo, questo sistema è l’ideale. Diversamente se la famiglia è molto numerosa, si può optare per uno scaldabagno (soprattutto nel caso in cui si ha un sistema di riscaldamento centralizzato condominiale). Esistono anche casi in cui vengono installati, in una singola abitazione, sia la caldaia che il boiler (di dimensioni più ridotte). La scelta, chiaramente, è strettamente soggettiva e varia in base alle proprie esigenze e anche allo spazio da poter sfruttare.
Consigli utili per risparmiare sui consumi
Lo scaldabagno è indubbiamente un elettrodomestico dai consumi abbastanza elevati, poiché sfrutta acqua, energia elettrica e gas, a seconda dei modelli. Ci sono, per fortuna, diversi accorgimenti per ridurre al minimo questi consumi e rispettare quindi l’ambiente. Vediamo nello specifico cosa bisogna fare per evitare sprechi di ogni tipo:
- è opportuno scegliere il proprio boiler in base alle reali esigenze del nucleo familiare: se la famiglia è numerosa allora bisognerà acquistare un boiler di grandi/medie dimensioni. Al contrario se la famiglia è composta da due, tre persone si sceglierà un prodotto di dimensioni molte ridotte per evitare grossi sprechi d’acqua e di elettricità o gas. In media due persone, quotidianamente, necessitano di circa sessanta litri d’acqua: in base a quest’informazione si può acquistare un boiler dalla capacità adeguata;
- è di fondamentale importanza saper leggere l’etichetta energetica, la quale fornisce informazioni utili sui consumi annui dell’elettrodomestico. Secondo le normative europee, dev’essere esposta obbligatoriamente sul prodotto da parte dei fornitori e produttori. La classe energetica meno dispendiosa è la A (esistono anche classi A+ A++ e A+++. Il simbolo + rappresenta una maggiore efficienza energetica). Coloro che fossero completamente a digiuno di informazioni sulla classe ed etichetta energetica, possono consultare la guida LabelPack di Legambiente;
- è importante prestare attenzione alla resistenza e alla potenza. Se la potenza è bassa, anche i consumi saranno minimi;
- è consigliabile dotare il boiler di un timer, in modo tale da programmarne l’accensione e lo spegnimento. Solitamente è meglio spegnerlo dopo mezzanotte e riaccenderlo nelle prime ore della notte per favorirne il riscaldamento circa tre o quattro ore prima dell’utilizzo effettivo. Si può impostare a una temperatura minima o spegnere del tutto quando non si è in casa (ad esempio quando si parte o quando si trascorre pochissimo tempo nella propria abitazione);
- è fondamentale posizionare il boiler nei pressi della vasca da bagno o della lavatrice (o del lavello, nel caso di scaldabagno da cucina) affinché l’acqua penetri nei tubi in maniera più veloce, senza disperdere troppo calore;
- infine si consiglia di applicare sui rubinetti i cosiddetti riduttori di flusso che regolano, come dice la parola stessa, il flusso dell’acqua. Avrete così un grande risparmio sulla bolletta idrica.
Molti utenti prediligono l’acquisto di uno scaldabagno a gas anziché uno elettrico perché i costi del gas metano o GPL sono minori rispetto a quelli dell’energia elettrica. Tuttavia la scelta è sempre soggettiva.
Dove collocare lo scaldabagno?
Solitamente lo scaldabagno viene collocato in bagno o all’esterno (sul balcone o sul pianerottolo del condominio). Esistono, però, in commercio, anche scaldabagni da cucina, di due tipi: sopralavello e sottolavello. Si tratta di prodotti dalle dimensioni molto ridotte, dato che devono essere installati in spazi molto piccoli (esistono anche modelli mini da cinque litri adatti a una sola persona).
Come sopra accennato, per quanto riguarda il bagno, è necessario collocare il boiler accanto alla lavatrice o alla vasca da bagno, per permettere all’acqua di attraversare i tubi velocemente, così da non disperdere molto calore. È importante scegliere un muro di una certa consistenza su cui poggiarlo per reggerne il peso. Bisogna evitare di collocarlo accanto a balconi e finestre, luoghi in cui può trapelare facilmente l’umidità, che potrebbe causare danni al prodotto.
Se dovete necessariamente installare lo scaldabagno all’esterno, ad esempio sul balcone, potete proteggerlo dalle alterazioni delle condizioni climatiche, quali vento, freddo e pioggia, con un box in materiale resistente che farà da “scudo”. Inoltre sarebbe opportuno dotarlo di un kit antigelo.
Consigli per la manutenzione
Per evitare che il vostro boiler si usuri col tempo e funzioni in maniera anomala, è opportuno fare manutenzione almeno una volta l’anno (ma anche ogni sei mesi per essere più sicuri). Purtroppo possono insorgere diversi tipi di problemi, quali il fischiettio, un fastidioso rumore, il calcare, la ruggine e la tanto temuta perdita d’acqua.
Non è semplice accorgersi della presenza di ruggine sullo scaldabagno (a meno che non si sia formata sulla parte esterna e quindi visibile – in tal caso si può intervenire con un prodotto antiruggine) perché solitamente si deposita all’interno del serbatoio e sull’anodo catodico, fatto di magnesio, il quale può usurarsi col tempo. Con l’ausilio di una chiave inglese, dopo aver chiuso la valvola dell’acqua fredda, si smonta il vecchio anodo e si sostituisce con uno nuovo. Tale operazione va eseguita almeno ogni due anni.
Nel caso di gocciolamento, è necessario prima capire da dove proviene la perdita per poi intervenire. Lo scaldabagno può, ad esempio, perdere acqua dalla parte inferiore o dalla valvola di sicurezza. Talvolta perde acqua anche dalla parte superiore: ciò è dovuto al termostato che non funziona più, in tal caso sarà sufficiente sostituirlo. Valvola e termostato vanno di pari passo: se il termostato non funziona più, l’acqua va in ebollizione per la forte pressione e fa aprire la valvola e spegnere la resistenza. In questo caso occorre cambiare la valvola e a volte anche la resistenza stessa, che può essere facilmente incrostata di calcare. Se invece la perdita è localizzata sulla parte inferiore, allora occorre cambiare la guarnizione della resistenza.
Qualora lo scaldabagno emettesse uno strano e fastidioso rumore o un fischiettio, le possibili cause potrebbero essere la temperatura troppo elevata, la formazione del calcare sulla resistenza o sulla serpentina, lo scarico intasato, problemi alla valvola di sicurezza o ai tubi. Sarebbe, dunque, opportuno optare per una pulizia interna dello scaldabagno con dei prodotti appositi, quali l’anticalcare e l’acido e fare un controllo dei componenti indicati (scarico, valvola e tubi).
Tutte queste operazioni possono essere eseguite in maniera autonoma ma, se non si è sicuri, è meglio affidarsi nelle mani di un tecnico esperto e specializzato nel settore, onde evitare ulteriori problemi.
Come evitare la legionella
Purtroppo lo scaldabagno può essere soggetto anche ad altri tipi di problemi, quali la legionella. Ciò è dovuto principalmente alla temperatura elevata, alla durezza dell’acqua e al fatto che essa si ristagna nel serbatoio interno (negli scaldabagni ad accumulo) per molto tempo. Il batterio della legionella sopravvive a temperature basse e viene annientato a temperature più alte, quindi è bene mantenere una temperatura superiore ai cinquanta gradi.
Fare una pulizia interna periodica è importante per evitare che il batterio si infiltri nel serbatoio, nella resistenza e negli altri componenti. È altrettanto importante distanziare i tubi dell’acqua fredda da quelli del riscaldamento per evitare il surriscaldamento. Per quanto riguarda gli scaldabagni istantanei, poiché non vi è alcun ristagno d’acqua, il pericolo di “contrarre” la legionella è quasi nullo.
Quanto dura la garanzia?
La garanzia dura ventiquattro mesi, ovvero due anni dalla data d’acquisto nel caso in cui lo scaldabagno venga utilizzato per uso abitativo e dodici mesi, cioè un anno, qualora venga utilizzato per la propria attività commerciale, imprenditoriale o professionale. È importante conservare il documento relativo alla garanzia per poter usufruire, in caso di problemi, dell’assistenza gratuita.
La validità e gli interventi gratuiti previsti dalla garanzia possono variare in base alle normative dell’azienda produttrice.
A cosa serve la dichiarazione di conformità
La “Dichiarazione di Conformità” è un importantissimo documento che dev’essere rilasciato al momento dell’acquisto dello scaldabagno (il DM 37/08 ne ha reso obbligatorio il rilascio). Attesta che l’azienda, per realizzare il sistema, abbia seguito tutte le norme relative alla sicurezza. Tale documentazione, dunque, assicura dunque che tutto sia stato eseguito nei minini dettagli e soprattutto a norma di legge.
Lo scaldabagno non funziona più: dove buttarlo?
Non per tutti è semplice disfarsi di un vecchio scaldabagno che non funziona più: si tratta di un elettrodomestico molto ingombrante che di certo non può essere abbandonato accanto ai bidoni dell’indifferenziata ma che necessita di un particolare smaltimento. Quindi bisogna buttarlo? Ecco la risposta ai vostri dubbi e alcune delucidazioni sul tipo di prodotto/rifiuto. Lo scaldabagno è un rifiuto appartenente al gruppo RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) che può essere smaltito:
- presso l’isola ecologica della propria città
- tramite un servizio che si occupa di smaltimento di rifiuti urbani (ci si può informare al Comune a riguardo)
- tramite l’intervento di tecnici specializzati nel settore
- presso il negoziante dal quale si acquista un nuovo scaldabagno: secondo il decreto ministeriale 65/2010, deve provvedere egli stesso allo smaltimento
- tramite qualcuno che ritiri al proprio domicilio ferro vecchio e gli altri componenti da cui è costituito lo scaldabagno (questo è un caso un po’ più raro)
Ricordiamo che, al momento dell’acquisto, il negoziante è tenuto a includere nel prezzo finale il cosiddetto eco-contributo RAEE, ovvero un costo minimo per lo smaltimento dello scaldabagno nel momento in cui non funziona più.
Classifica dei migliori scaldabagno
1 |
Scaldabagno a gas istantaneo Ariston Fast R 11 Litri/minuto Metano
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2 |
SCAL.S.DUVAL AC.EL.MET. C11E
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3 |
Bosch 7736504169 Scaldabagno a gas Metano Camera Aperta, Bianco
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4 |
Vaillant 0010006932 Scaldabagno Atmomag Mini 11-0/1 Xi Erp, Bianco
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5 |
Hermann-Saunier Duval Opalia C 11 E A/1 Scaldabagno a Gas
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La scrittura è una passione innata che mi accompagna sin da piccola. Ho collaborato, come redattrice, per due testate giornalistiche on-line dell'entroterra partenopeo. Sono co-autrice del libro "Amiche per la fiaba", edito dalla casa editrice Milena Edizioni. Sono da sempre appassionata di prodotti per la casa.